La notizia è di oggi (18 agosto 2021): due medici, completamente vaccinati contro il Covid-19, sono risultati essere infetti proprio dal virus contro cui si sono vaccinati. I casi riguarderebbero gli ospedali di Lecce e Perugia.
Non ho trovato conferme per il caso di Perugia ma ce ne sono diverse per quello di Lecce, su Rai, Repubblica e Ansa.
Nasce dunque spontanea la domanda: a cosa serve il Green Pass?
Assodato che il vaccino è inutile contro la diffusione del virus, visto che non garantisce al 100% di non esserne infettati, resta da capire a cosa serva questa "Certificazione Verde".
Il pass si ottiene in 3 casi: avvenuta vaccinazione, guarigione dalla malattia oppure effettuazione di un "tampone" con esito negativo. Tralasciando i malati guariti, che ottengono il pass "semplicemente" per essere sopravvissuti al virus, consideriamo gli altri due casi.
Se si ottiene il Pass a seguito di vaccinazione, non è garantito che non si sia in grado di infettare gli altri, dal momento che ci si può infettare con il virus e trasmetterlo alle altre persone. Anzi, la sensazione di falsa sicurezza, indotta dall'essere vaccinati, potrebbe spingere ad abbassare la guardia e assumere comportamenti favorevoli alla diffusione del virus stesso.
Se, invece, si ottiene il Pass a seguito di tampone negativo, nessuno può escludere che, nel giro di 48 ore (periodo di validità del Pass "da tampone"), ci si possa infettare e trasmettere il virus agli altri.
Dunque, come fa questo "pezzo di carta" a proteggere gli altri? Io non trovo risposta.
Di certo, però, è uno strumento di convinzione, se non addirittura di coercizione, che induce a vaccinarsi oppure a sottoporsi a tampone. In questa situazione, gli unici che ne traggono vantaggio sono i farmacisti e i produttori di vaccini.
Non certo la popolazione.